archivio virtuale

In questa sezione sono raccolte immagini e testimonianze di vita dentro i sanatori di Sondalo. Invitiamo gli utenti che fossero in possesso di fotografie storiche a contattarci. E’ vietata la riproduzione non autorizzata / In this section, images and testimonies of life in the sanatorium of Sondalo are collected. We encourage the users who are in possession of historical photographs to contact us. Unauthorized reproduction is prohibited

Archivio privato Dott.ssa Cinzia Cioce, 1953

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Renzo Bellucci, “Realtà”, 1962-1963, seconda parte

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Ugo Locatelli, foto tratte dalla raccolta  “Vie dello sguardo”. Ritratti nel Villaggio sanatoriale di Sondalo, 1963

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Ugo Locatelli, foto tratte dalla raccolta  “Vie dello sguardo”. Sequenza sull’Alta Valtellina e Livigno, 1963

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Renzo Bellucci, “Realtà”, 1962-1963, prima parte

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Viscardo Bartoloni, “Alcune foto a Ugo Locatelli con animo veramente amico”, Sondalo, 1963

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Giocatori di ping pong, foto di Renzo Bellucci, Villaggio sanatoriale di Sondalo, anni ’60

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Ugo Locatelli, foto tratte dalla raccolta  “Vie dello sguardo”. Sequenza sul centro storico di Sondalo e i suoi abitanti, 1962-1963

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Ugo Locatelli, foto tratte dalla raccolta  “Vie dello sguardo”. Sequenza riguardante la manifestazione del 1963 dei degenti “consorziati”, che rivendicano diritti pari a quelli dei mutuati INPS. Sui cartelli si legge: “Vogliamo che il cancello del miracolo economico non si chiuda alle porte del sanatorio”

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Archivio Leandro Togni, proiezionisti all’VIII padiglione, anni ’60

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Foto  Bruno Simonelli, 1959 ca.

Donate al Museo dei Sanatori dalla figlia Vanda il 19/04/2017

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Foto  Gigliola Meucci, 1946

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Archivi Luisa Bonesio (arch LB) e Maria Giuliana Zorzoli (arch MGZ), 1930-1964

Nell’edificio della Direzione Lavori una squadra di tecnici dell’impresa Castiglioni dall’anno 1930, sotto la direzione dell’Ingegner Tullio Petech, si dedicava all’elaborazione dei progetti di realizzazione del Villaggio Sanatoriale (tra gli altri gli ingegneri Selvi e Varini e i geometri Emilio Zorzoli e Guido Bonesio che in seguito si sarebbero imparentati e avrebbero vissuto, con le loro famiglie, all’interno di quel medesimo edificio, trasformato alla fine dei lavori di costruzione del Villaggio in abitazione per le famiglie dei responsabili del funzionamento tecnico del Villaggio.

Le foto degli anni ’30 e ’40 scattate all’interno e all’esterno di questo edificio,  al confine tra il sanatorio dell’Abetina e il Villaggio in costruzione e poi terminato ma rimasto per alcuni privo delle funzioni per le quali era stato progettato, a causa della guerra nel frattempo scoppiata e poi delle difficoltà a reperire strumenti, attrezzature e risorse per farlo entrare in funzione, ritraggono un paesaggio di costruzioni e spazi che si stagliano in una sorta di nudità metafisica non ancora temperata dalla vegetazione appena impiantata, in cui si muovono poche figure umane, prima quelle dei tecnici progettisti, e soprattutto di quelli che al Villaggio si sarebbero fermati come dipendenti INPS dell’Ufficio Tecnico, poi anche dei familiari degli amici (soprattutto i “vicini” che prestavano la loro opera all’Abetina o a Vallesana, come il Prof. Alberto Faravelli), nei momenti di riposo e di svago al campo da tennis o sui bordi della piscina. Nei grandi spazi della nuova cittadella sanatoriale, per il momento priva di quella numerosa popolazione di malati che dopo qualche anno ne avrebbe preso possesso, si incontrano e trascorrono momenti di colloquio i familiari e i parenti delle persone venute a prestare la loro opera (medica o tecnica) a Sondalo. L’edificio della direzione lavori, trasformata in residenza con la conclusione dei lavori di costruzione del Villaggio, separata dal sanatorio dell’Abetina solo da un cancello, diventa il punto di ritrovo dei tre rami della famiglia Zorzoli: quella di Emilio, geometra al Villaggio in costruzione, incaricato di occuparsi della realizzazione del parco dall’ing. Petech, che sposerà la sorella del collega Guido Bonesio, Ada, dalla quale avrà i figli Maria Giuliana e Piero (nato nella casa al Villaggio); e quelle degli importanti  tisiologi Piero Zorzoli (con la moglie Luisa Mezzacane, dalla quale avrà le figlie Cenzi, Carla, Paola e il figlio Antonio che abiteranno nella casa del direttore all’Abetina per alcuni anni) e Peppino Zorzoli, che dalla moglie Silvia Zurani, incontrata come paziente all’Abetina, avrà, dopo il trasferimento al Forlanini di Roma, le figlie Luisa e Sandra.

Nel 1940 la Direzione lavori, adempiuto il suo compito originario, diventa la residenza della famiglia di Emilio Zorzoli fino al 1962; dal 1949 abiteranno nella casa al Villaggio Guido Bonesio, già geometra per l’Impresa Castiglioni, il cui padre Celestino, di origini piemontesi, aveva partecipato come tecnico alla realizzazione dell’acquedotto del Villaggio, e la moglie Jole Pochet, crocerossina arrivata a Sondalo alla fine della Guerra. Nel 1950, in quella casa, nasce la loro figlia Luisa. Nei primi anni Sessanta si avvicendano anche le famiglie dell’Ingegner Giannitrapani e dell’Ingegner Plebani, direttori dell’Ufficio tecnico e successivamente quella del geometra Leani. Nel 1964 la famiglia Bonesio si trasferisce a Pavia per favorire gli studi della figlia; nel 1990 Luisa, nel frattempo diventata geofilosofa, comincia a tornare a guardare il Villaggio, anche se il vecchio edificio nel frattempo è stato demolito per realizzare un parcheggio. Ne sopravvivono a tutt’oggi le tracce dei terrazzamenti dell’orto, del campo delle fragole, alcune piante, il limitare del bosco e altre tracce archeologiche discernibili solo all’occhio della memoria

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Archivio privato Bonesio: la costruzione dell’acquedotto, 1938-1940

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Archivio privato Tavoni-Terenziani, Reggio Emilia, 1956-1958

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Archivio privato famiglia Ricci, Imperia, 1960-1970

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Archivio privato Togni, Sondalo, 1960 ca.

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